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OLIMPICO
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adonna di Campiglio non ha bisogno di presentazioni. È una delle località più conosciute e ammirate d’Italia, patria di grandi imprese sportive, famosa per le sue piste mitiche e per la sua vita mondana, tra ristoranti, centri benessere e aperitivi. C’è però un periodo dell’anno in cui la cosiddetta Perla delle Dolomiti si ritrova catapultata direttamente nel 1800, immersa nei suoi usi e costumi, grazie alla rievocazione storica del celebre Carnevale Asburgico. Ogni anno infatti la località sciistica si imbelletta con nastri e merletti per celebrare lo stretto rapporto vissuto due secoli fa con una delle regnanti più famose e più ammirate del mondo, una vera icona di stile: la principessa Sissi. È proprio lei che, dopo aver scoperto la bellezza delle Dolomiti del Brenta e dei suoi splendidi paesaggi, nel 1894 decide di portare a Madonna di Campiglio anche il marito, l’Imperatore Francesco Giuseppe, scatenando eccitazione in tutti gli abitanti della piccola località. La coppia fu accolta con suoni di campane e una vera e propria cerimonia che ancora oggi viene rievocata ogni anno. Cinque giorni di festeggiamenti, tra sfilate in abiti d’epoca, spettacoli, salotti letterari, cene regali, balli di piazza, ma anche sciate e cortei in fiaccolata tra i boschi. Queste celebrazioni culminano nel Gran Ballo dell’Imperatore presso il Salone Hofer dell’Hotel Des Alpes, dove nobildonne e cavalieri in costume si cimentano in danze sulle note dei valzer viennesi, per rendere omaggio alla Principessa e al suo consorte.
Si tratta di un evento unico nel suo genere, che non fa che impreziosire la reputazione di una località che fa dello sci e delle imprese sportive il suo fiore all’occhiello. Madonna di Campiglio infatti offre oltre 150 chilometri di piste, tutte diverse per grado di difficoltà, oltre ad un immenso snowpark, 40 chilometri di piste per lo sci nordico e una pista per slittino di 3 chilometri inaugurata un anno fa. Un immenso comprensorio di cui fanno parte piste storiche e leggendarie, come la 3-Tre, una tra le più prestigiose gare di Coppa del Mondo, nata come tris di competizioni (slalom, gigante e libera) e solo negli anni successivi smembrata tra più località. Come non citare anche il Canalone Miramonti, che nel 1967 ha ospitato la prima gara di Coppa del Mondo italiana e che nel suo albo d’oro vede comparire leggende dello slalom mondiale, dallo svedese Ingemar Stenmark all'icona dello sci azzurro Gustav Thöni.
Dopo un inverno tra sport e relax, è nella stagione estiva che la perla delle Dolomiti mostra il suo lato più colorato e sfavillante, tra arrampicate, mountain bike e splendidi sentieri per raggiungere i rifugi più famosi come il Graffer, il Tuckett e l’Alimonta. Impressionanti sono le cascate in Val Genova, che con il loro salto di oltre 120 metri si classificano tra le più alte del Trentino, oltre che un vero e proprio muro di ghiaccio da scalare d’inverno per gli arrampicatori più temerari. Il fascino di Madonna di Campiglio non risparmia nessuno: è un fascino che si svela pian piano, vivendo il silenzio della natura ed immergendosi nello scintillio dei cristalli di neve o dei fili d’erba bagnati dalla rugiada.
SPECIALIZZATO NELLE DISCIPLINE DELLO SLALOM SPECIALE, DELLO SLALOM GIGANTE E DELLA COMBINATA, LUCA AERNI È SENZ’ALTRO UNO DEGLI ATLETI PIÙ PROMETTENTI DEL PANORAMA DELLO SCI ALPINO MONDIALE.
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5 anni, tanto talento e una passione tormentata. Luca Aerni si è trovato molto presto a fare una scelta di vita importante, quella tra due passioni: il calcio e lo sci. Porta avanti entrambe le attività per tutta la sua adolescenza, finché a 14 anni decide di dedicarsi interamente allo sci, abbandonando dunque i guanti da portiere.
Esordisce in gare FIS nel 2009 e nel 2012 vince il bronzo nella gara a squadre ai Mondiali Juniores di Roccaraso. Ma è a Madonna di Campiglio che Luca lega il suo destino: è qui che esordisce in Coppa del Mondo e ottiene nel 2017 il primo podio della sua carriera, alle spalle del solo Marcel Hirscher. Nello stesso anno arriva anche la medaglia d’oro nella combinata ai Mondiali di Sankt Moritz, mentre alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang si aggiudica l’oro nella gara a squadre.
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a sveglia suona all’alba, ma se indica che è ora di partire per una nuova avventura diventa improvvisamente più dolce. Il viaggio alla volta di Madonna di Campiglio non si fa quasi sentire: la perla delle Dolomiti del Brenta ci sta aspettando.
Le splendide montagne della Val di Sole ci accolgono all’ora di pranzo: tempo di mangiare un boccone, sistemare le valigie in camera e siamo pronti e carichi per la prima escursione. Dopo qualche ora di camminata tra i fitti boschi, arriviamo finalmente al lago di Nambino, uno specchio d’acqua color azzurro cielo alimentato dai ghiacciai ed immerso in una conca tra le montagne del Brenta. In questa oasi incontaminata la pace e la tranquillità fanno da padroni, con i pescatori concentrati sulla loro missione, in attesa, con la mosca in acqua. Ci fermiamo incantati da questa scena sospesa nel tempo e respiriamo a pieno l’anima del luogo. Il paesaggio è talmente mozzafiato che non ci rendiamo nemmeno conto che il sole sta tramontando: la montagna ruba il cuore e la cognizione del tempo.
La mattina seguente è il sole a svegliarci e ad invogliarci a uscire subito per goderci al massimo lo spettacolare paesaggio che ci circonda. Dopo aver percorso un sentiero che si snoda tra suggestivi boschi di abeti, larici e betulle e dopo aver superato prati fioriti di ogni sfumatura di colore, scorgiamo i primi ponticelli che ci portano direttamente alla nostra meta: le Cascate Vallesinella. Lo spettacolo che ci accoglie è unico: veri e propri scrosci d’acqua che scendono da destra e da sinistra, sgorgando dalle rocce come se fossero fontane. Decidiamo di attraversare la cascata principale in modo da avere una visione globale sul complesso: decisamente una meraviglia che ci lascia senza fiato. Ma le cascate sono soltanto una delle piccole pepite d’oro nascoste tra le dolci montagne di Madonna di Campiglio e noi non vediamo l’ora di scoprirle tutte.